Fulvio Fammoni e Vera Lamonica, segretari confederali della Cgil, fanno sapere che sarebbero 45 mila e non 10 mila, come invece aveva fatto sapere il Governo, i lavoratori in mobilità che hanno diritto alla pensione sulla base della normativa precedente e cioè prima della entrata in vigore della legge n.122 del 30 luglio 2010. "Bisogna rimediare urgentemente - ammoniscono i sindacalisti - per evitare che già dalla prima finestra utile (1° luglio) ci siano lavoratori che non abbiano nè la pensione né il sostegno al reddito dato dalla mobilità". I sindacalisti affermano di essere venuti a conoscenza che, attraverso il monitoraggio, svolto dall'Inps sulla base delle indicazioni di legge, sarebbero quasi 45.000 le persone in possesso dei requisiti per accedere alla pensione con la normativa previgente. Lo stesso governo, - affermano Fammoni e Lamonica - consapevole di aver volutamente sottostimato il problema, aveva successivamente approvato una disposizione integrativa in base alla quale, nei limiti delle risorse disponibili del Fondo per l'occupazione, poteva disporre un prolungamento del sostegno al reddito. Atti che però non sono stati ancora emanati e soprattutto la cui copertura è attualmente finanziata solo per il 2011". Secondo il sindacato, la soluzione sarebbe quella di aumentare il numero dei beneficiari della deroga e prolungare l'indennità di sostegno al reddito, facendo rientrare nei finanziamenti anche gli anni successivi per evitare che molti lavoratori si ritrovino primi di copertura.
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